giovedì 7 settembre 2017

Il tango si parla


Biglietto realizzato a mano, qulling e pastello, mis 15x15 cm. 

Una notte, un lampione e un parco.
Ci si incontra per caso. Scarpette da tango rosse e un cappello da uomo rosso.
* Ciao, è un piacerti conoscerti… ti va di fare una passeggiata?
° Si, grazie
Una mano dentro l’altra.
* Giusto per iniziare a conoscerti. Si potrebbe iniziare a camminare qui attorno, magari qualche giro qua e là.
° Si, si potrebbe. 
* Ti piace questa canzone? Raccontami qualcosa di te
° Si, la musica è particolare, ma di me non saprei cosa raccontarti visto che non ti conosco e non so se posso fidarmi.
E così andiamo avanti per un po’ ma la mia mano nella tua è ancora lì in alto tesa, pronta a difendermi.
* Fidati - mi chiedi con l'altra mano  sulla mia schiena e d’improvviso mi sento ubriaca da giri troppo veloci – voglio essere il tuo sole, voglio sentirti girare attorno a me -
° Ma io non voglio. non sono pronta, Voglio essere libera di andarmene di muovermi e spostarmi quando voglio. Se mi avvicino troppo poi mi brucio. E te lo dico nervosa prendendoti a calcetti ogni volta che mi metti un ostacolo. Saltando i tuoi scherzi. i miei passi sono nervosi  lontani da te. E uso la mia mano ancora li in alto per respingermi lontano. E tu te ne accorgi perchè sfuggo alle tue prese e ai tuoi passi che mi cercano.
* Fidati ti ho detto! -
° Lo dici forte e d’improvviso mi sento completamente bloccata. La tua mano grande dietro la mia schiena ha il controllo di ogni mio muscolo. Il tuo viso vicino al mio. Ti fermi. Mi dai il tempo di capire, di decidere, di respirare.
Davanti a me so di non avere più altre strade.
Sposto la mia mano dalla tua spalla fino a sentire la tua schiena per capire dove sei. Abbandono il mio viso al tuo.
1….... 2…..... 3…...... 4…...... 5…...... sono i secondi che passano. Me li conto tutti tra un respiro e l'altro e aspetto.
E adesso, adesso che respiriamo all’unisono in unico tempo, proprio ora che ho deciso di fidarmi di te ad occhi chiusi, però, non lasciarmi, non abbandonarmi proprio ora.
* Tranquilla…. Ti ho detto di fidarti.
Me lo dici facendomi fare un piccolo passo indietro, solo per averne la conferma. E ora?
* Ora divertiti e ... sii leggera come quando da bambina andavi sull’altalena: prima verso il cielo, poi giù a sfiorare l’erba e poi di nuovo, come aquila che dall’alto  controlla il suo territorio e senza indugi e paura cadere verso il basso e poi ancora. Voglio sentire nel tuo viso la stessa allegria di quando correvi spensierata e giravi giravi instancabile tra campi di margherite e papaveri.  Seguimi. Seguimi nelle mie pazzie. Corriamo insieme per questa strada. Gioca quando ne hai voglia. Fammi sentire la tua felicità.
° Mi trascini tra i tuoi mondi, tra gente di strada, passi di walzer e qualche festa di paese. Hai ragione, mi sto divertendo e gioco tra un colpo di punta e qualche sgambetto,i calcetti diventano delicati sbuffi. mi lascio trascinare da te ricorrendo i tuoi passi, non più evitandoli. 
Finchè a un certo punto, improvvisamente mi fermi, parandomi un passo di fronte al mio e non so perché visto che mi stavo divertendo. E ora? Il tuo piede è di fronte al mio e io qualcosa devo fare, ma aspetto la tua domanda. E ora?
* Ora entra nella mia vita.
° Me lo chiedi così. Spostandomi la mano, oltre me, oltre te, oltre noi. Aprendo l’uscio di una porta.
1…....2….....3…..... Non ho molto tempo per decidere ma me lo prendo tutto. Il mio ultimo passo è lento e morbido perché sappiamo bene entrambi cosa succederà quando il mio piede toccherà terra. Così allungo quel tempo. Imprimo delicatamente la forma del mio collo del piede sulla tua caviglia. Come le mani di due amanti che silenziose si cercano tra un gruppo di amici, il mio ultimo passo  è impercettibile da fuori. Seguendo la linea della caviglia, trovo la posizione del tuo piede e aspetto un attimo, un attimo e un attimo ancora prima di appoggiarlo a terra lì, proprio lì accanto al tuo. sollevi la tua mano con la mia verso la schiena quasi ad abbracciarmi.
1…....2….....3…....4….... ce li prendiamo tutti questi secondi, fermi, immobili. Ad ascoltare gli ultimi unisoni respiri. lentamente giro il viso asciugandoti con i capelli la guancia e immergo, per la prima volta, il mio sguardo nel tuo che era li ad aspettarmi… 5. Una folata di vento ti porta via il cappello e lo lascia cadere sotto un lampione e io all’improvviso mi sento stanca.
Ce ne andiamo, ognuno per la propria strada. Un gesto con la mano è l'unica parola di saluto che riusciamo a dirci, consci che nei nostri silenzi abbiamo già parlato abbastanza stasera. Certi però, di cercarci in ogni notte in cui ci troveremo sotto un lampione in un parco. Ci cercheremo tra gli occhi della gente che ci circonda. Ci troveremo in note di musica trasmesse da chissà dove. Chissà. Forse ci rivedremo. E come stasera balleremo ad occhi chiusi senza dirci una parola ma raccontandoci tante altre cose.
Mi tolgo le scarpe e le lascio accanto al cappello per andare a sciacquarmi i piedi a una fontanella, poi via, verso la mia vita.

                                                                       ****

Di lavoro faccio il fotografo, e spesso lavoro di notte. Prima di tornare a casa passo sempre per questo parco. Il silenzio e la notte mi ricongiungono con i ritmi naturali della vita. A volte, se è tardi, mi fermo ad aspettare l’alba per fotografare la natura che si sveglia.
In un angolo poi, c’è un piccolo roseto e spesso mi fermo ad ascoltarne il profumo.
Ma stanotte, passeggiando c’è un’altra cose che rapisce i miei sensi e non ha niente di naturale. Sotto un lampione mi accorgo di qualcosa di rosso, mi avvicino e vedo un cappello e un paio di scarpette rosse, posate lì in una stanca perfezione. Mi guardo in giro, rapito e un po’ spaventato dalla presenza di qualcosa, ma non sento scricchiolare di passi. Forse allora, penso che siano due anime che stanno ancora ballando.
Prendo la macchina fotografica, mi nascondo dietro il roseto per non intralciare i loro passi e scatto questa foto, prima che l’alba se li porti via…. 

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